Per trasformare un dato informatico in una prova serve un’attività di consulenza informatica forense con la quale acquisire, analizzare e descrivere la traccia digitale al fine di ricostruire un evento.
Servono periti specializzati in questo lavoro per avere la certezza che le operazioni siano effettuate seguendo le norme e le leggi che regolamentano il settore informatico e la sicurezza dei dati che vengono archiviati su dispositivi elettronici e vengono inviati via web.
Cerchiamo di capire meglio cosa sia l’informatica forense e chi è il professionista che opera in questo ambito.
Per rispondere alle nostre domanda prendiamo spunto dalle parole molto chiare pubblicate su Wikipedia
L'informatica forense è un particolare settore della scienza digitale forense che si occupa dell’acquisizione delle prove presenti su computer, smartphone, tablet e tutti gli altri tipi di dispositivi digitali.
L’obiettivo primario di questa attività è quello di esaminare gli strumenti digitali “al fine di identificare, preservare, recuperare, analizzare e presentare fatti o opinioni riguardanti le informazioni raccolte”.
Quella che negli Stati Uniti è chiamata digital forensics si focalizza sull’analisi dei sistemi informatici per questioni legali legate all’uso di digital device e, ovviamente, per i casi di cybercrime.
Un computer o un cellulare può essere una fondamentale fonte di prove, ma le operazioni che vengono svolte su di esso devono essere eseguite con metodi e strumenti adeguati e seguendo precisamente le normative.
L’elenco dei luoghi e degli strumenti digitali su cui può agire un’analisi informatica forense sono molteplici, ma volendo citarne alcuni si possono nominare:
• Computer fissi e notebook
• Smartphone e tablet
• Server e database
• Siti internet ed e-mail
• Tabulati telefonici
• File contenenti testi, immagini, video
Non è immediato il processo che fa diventare una vera e propria prova informatica quella che era solo un’intuizione di un investigatore.
Gli step generali dell’informatica forense sono:
• Identificazione degli indizi digitali
• Raccolta e acquisizione
• Analisi e valutazione dei dati
• Realizzazione della documentazione
Non è per nulla banale saper agire su tutti gli strumenti digitali che oggi utilizziamo nella vita quotidiana e nel lavoro e lo è ancora meno farlo utilizzando anche procedure legali. Per questo sono molto ricercati specialisti di informatica forense.
Un informatico forense può essere chiamato per lavorare sia in ambito civile che penale. Ad esempio può assumere il ruolo di CTU o CTP.
Per CTU informatico s’intende Consulente Tecnico d’Ufficio, ovvero quel professionista che affianca un giudice per ciò che riguarda, appunto, il recupero di prove da sistemi digitali.
A normare questo ruolo è l’articolo 94 del Codice di Procedura Civile.
Invece, l’acronimo CTP significa Consulente Tecnico di Parte e, come il nome stesso dice, questo professionista presta il proprio servizio, in questo caso di analisi informatica, per una delle parti in causa.
In ogni caso, l’esperto chiamato a svolgere questo tipo di attività deve avere un curriculum caratterizzato da un percorso multidisciplinare tecnico e giuridico. I suoi studi devono essere approfonditi e la sua esperienza sul campo deve essere comprovata.
Gli strumenti specifici per questo tipo di analisi sono molti e devono essere utilizzati con attenzione solo da chi ne ha le capacità, perché l’inquinamento o la perdita di una prova può avvenire anche nel mondo dei bit.
È lungo l’elenco dei software che un informatico forense utilizza, ma alcuni dei più utilizzati sono: Oxygen Forensics, DEFT Zero, Cellebrite UFED, MobilEdit.
Un’operazione tipica di chi svolge questo lavoro è il recupero di dati cancellati da strumenti elettronici, pen drive e altri sistemi di archiviazione.
Concludendo è chiaro che ora e nel prossimo futuro l’informatica forense avrà sempre di più un ruolo centrale nella raccolta di prove.